venerdì 17 giugno 2016

Riflessioni personali.

Personalmente "Il Giovane Holden" mi ha trasmesso tanto, se non anche insegnato e messo in evidenza certi aspetti di una vita che potrebbe vivere qualunque adolescente, specialmente in una fase di un certo  'viaggio dell'animo'. Mi sono rispecchiata, anche molto, in certi comportamenti e stati d'animo del personaggio: quei modi di fare a volte strafottenti, con i quali spesso e volentieri noi adolescenti agiamo senza nemmeno pensare alle eventuali conseguenze, e quell'aria di solitudine e innocenza che, spesso, offusca la nostra mente di continue domande alle quali non sappiamo rispondere. Inoltre, ci sono state certi parti del libro che mi hanno profondamente commossa e fatto venire i brividi; come quando Holden fa continui riferimenti alla morte di suo fratello, che l'ha segnato e cambiato profondamente, e della quale lui non riesce a placare il dolore; oppure quando parla di quel bambino che camminava per strada mentre i suoi genitori, camminando sul marciapiede, non si preoccupavano del rischio che poteva correre e dunque questa scena non lo fece sentire affatto più depresso, bensì lo risollevò. Questo perché sia per Holden, che per tutti noi adolescenti è importante e confortante avere la presenza di due genitori che si preoccupino di te, che ti stiano accanto sempre, specialmente in quei periodi di lunga riflessione sulla vita, proprio come Holden.
Infine devo dire la verità, questo libro ha lasciato un segno indelebile sul mio cuore.



The last page!

"D.B. mi ha domandato che cosa ne pensavo io di tutta questa storia che ho appena finito di raccontarvi. Non  ho saputo che accidenti dirgli. Se proprio volete saperlo, non so che cosa ne penso. Mi dispiace di averla raccontata a tanta gente. Io, suppergiù, so soltanto che sento un po' la mancanza di tutti quelli di cui ho parlato. [...]  E' buffo. Non raccontate mai niente a nessuno. Se lo fate, finisce che sentite la mancanza di tutti."

martedì 14 giugno 2016

Allie

"Ad ogni modo, continuai a camminare per la Quinta Avenue, senza cravatta eccetera eccetera. [...] Ogni volta che arrivavo alla fine di un isolato e scendevo da quel maledetto marciapiede, avevo la sensazione che non sarei mai arrivato dall'altra parte della strada. Mi pareva che avrei continuato ad andare giù, giù, giù, e che nessuno mi avrebbe più rivisto. [...] Cominciai a sudare come Dio sa. [...] Ogni volta che arrivavo alla fine di un isolato, facevo finta di parlare con mio fratello Allie. <<Allie,  -gli dicevo- non farmi scomparire. Per piacere.>> E poi quando raggiungevo l'altro marciapiede senza essere scomparso, gli dicevo grazie. 

Mood

"-Phoebe, hai un po' di soldi tu? Sono praticamente a terra.
-Solo quelli di Natale.
-Oh.- Non volevo portarle via i soldi di Natale.
-Posso prestartene un po'.-
[...] Mi mise i soldi in mano.
-Ehi, non mi occorre tanto, dammi solo due dollari, bastano.- Cercai di ridarglieli , ma lei non volle prenderli.
[...] Tutt'a un tratto, mi misi a piangere. Non potevo trattenermi.
Piangevo in modo da non farmi sentire, ma piangevo. La vecchia Phoebe si prese uno spavento da morire, quando mi misi a piangere, e mi venne vicino e cercò di farmi smettere, ma quando uno comincia non può mica smettere di punto in bianco, accidenti!"

venerdì 10 giugno 2016

What means to be at home

"Nell'ingresso c'era un buio del diavolo, naturalmente, e naturalmente non potevo accendere la luce. Dovevo stare attento a non urtare contro qualcosa per non fare rumore. Ma sapevo senz'ombra di dubbio di essere a casa. Nel nostro ingresso c'è un un odore buffo come non si sente in nessun altro posto. Non so che diavolo sia [...], ma uno sa subito che è a casa." 

martedì 7 giugno 2016

Consigli di Lettura

Ragazzi/e voglio segnalarvi il libro di una vostra coetanea ( 17 anni) che ha vinto con il suo libro il premio nobel per la pace. Lo avete letto? Che ne pensate?


Incontro a Marsala con Francesco Abate


Se di Kipling


Ho riletto questa bellissima poesia di Kipling, la riporto qui di seguito...per noi :-)


https://www.youtube.com/watch?v=aV7hwafB5VQ

SE
Se riesci a conservare il controllo quando tutti
Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad avere fiducia in te quando tutti
Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e a non stancarti di aspettare,
O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall’odio,
e tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio:
Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
e trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per abbindolare gli sciocchi,
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita infrante,
E piegarti a ricostruirle con arnesi logori.
Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio
E non fiatare una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non resta altro
Tranne la Volontà che dice loro: “Tieni duro!”
Se riesci a parlare con la folla e a conservarti retto,
E a camminare coi Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l’amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile
Dando valore a ogni istante che passa,
Tua è la terra e tutto ciò che è in essa,
E – quel che è più – sei un Uomo, figlio mio!

giovedì 2 giugno 2016

Reading

Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come fanno gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.
(Gustave Flaubert)

martedì 24 maggio 2016

Solitudine

"Giusto davanti  me camminava una famiglia [...], padre, madre e figlio di sei anni. [...] Lui e la moglie camminavano e basta, senza parlare, e il bambino non se lo filavano. Il bambino era fantastico. Camminava per strada invece che sul marciapiede, ma vicinissimo al bordo. [...] Le macchine gli sfrecciavano accanto, le sentivi frenare in continuazione, e i genitori non se lo filavano, e lui continuava a camminare lungo il marciapiede cantando << Se ti prende al volo qualcuno mentre cammini in un campo di segale>>. Mi ha risollevato. Non ero più così depresso." P. 136


Holden è come se si sentisse come quel bambino, il quale ha sempre accanto i genitori ma allo stesso tempo si sente solo ed escluso.




martedì 10 maggio 2016

Nuovo incontro giovani lettori

Sta iniziando un nuovo incontro di giovani lettori, Holden è nel bel mezzo del suo "viaggio"..



Colonna sonora: "Slaughter On Tenth Avenue"



il Rimorso

“Ah qualche rimorso ce l’ho. Certo…ma nemmeno troppi. Non ancora, almeno. A rendermi conto delle cose ci metto sempre un pò. Per il momento penso solo che mercoledì mene vado a casa. Sono proprio un imbecille” Holden



venerdì 29 aprile 2016

La partita


Ragazzi/e che ne pensate di questo pensiero di Holden?

Ma la vita è una partita, caro ragazzo. E’ una partita che va giocata secondo le regole. Si, professore. Lo so. Questo lo so. Partita un cazzo. Alla faccia della partita. E’ una partita se stai dalla parte di quelli forti, allora si, te lo concedo.Ma se stai dall’altra parte, dove di forte non c’è nessuno, che razza di partita è? Non lo è. Non c’è gara.” 

pag. 11




mercoledì 20 aprile 2016

Primo Incontro ...si comincia con il Giovane Holden

Il gruppo è formato e siamo carichi! Per iniziare la nostra avventura abbiamo scelto un libro cult: " Il giovane Holden" di J.D. Salinger. 

Un romanzo del 1951 ma sempre attuale. La storia di un sedicenne americano, insofferente alle ipocrisie e al conformismo, con la sua rabbia e la sua voglia di ribellione che somiglia a volte alla nostra. Buona lettura!

Il giovane Holden (The catcher in the rye nel titolo originale 1) è il romanzo più celebre di Jerome D. Salinger (1919-2010), uno scrittore americano eccezionalmente schivo (visse infatti buona parte della sua vita completamente ritirato, rifiutando gran parte dei contatti con il mondo), oggi considerato uno dei più importanti autori americani del ventesimo secolo. Il giovane Holden, pubblicato nel 1951 e tradotto in Italia per la prima volta nel 1961, è ormai un “long-seller”, cioè un libro che continua ad avere buone vendite malgrado il passare degli anni, ed è considerato un classico novecentesco della letteratura giovanile. Al suo interno vengano trattati temi come la solitudine, il cinismo, l’ipocrisia e la difficoltà di affrontare il mondo, che fanno ricondurre quest’opera al genere del “romanzo di formazione”.





Il laboratorio di blogger e lettura nasce nell'ambito del progetto Giov anicr@zia, progetto finalizzato a promuovere la partecipazione e l'impegno civico dei giovani nel territorio.